• la metafora della carrozza di Gurjieff

La metafora della carrozza di Gurdjieff come base di partenza per un percorso di crescita personale

In ogni percorso di crescita personale e spirituale è importante conoscere le basi da cui partire. La metafora della carrozza, ideata da George Gurdjieff, un mistico e filosofo armeno, è una rappresentazione simbolica del funzionamento della psiche umana e della necessità di sviluppo personale e autoconsapevolezza che fa proprio al caso di chi ha intenzione di iniziare un percorso di crescita personale.. Proverò a spiegartela con parole semplici:

  1. La Carrozza: La carrozza rappresenta il tuo corpo fisico, la parte tangibile di te. È il veicolo attraverso il quale ti muovi nel mondo, e come una carrozza, ha bisogno di essere mantenuto in buone condizioni per funzionare correttamente. Parliamo quindi del tuo corpo e della consapevolezza che ognuno di noi ha di esso che è purtroppo quasi sempre molto scarsa e necessita di esercizi e attenzione vigile per poter essere risvegliata
  2. I Cavalli: I cavalli rappresentano le tue emozioni e desideri. E’ la forza motrice che ti spinge avanti, ma può anche essere selvaggia e indisciplinata se non gestita correttamente. Può facilmente distrarti e portarti fuori strada se lasciata indisturbata.
  3. L’Auriga (o cocchiere): L’auriga rappresenta la tua mente o il tuo intelletto. Ha il compito di guidare e controllare i cavalli, ma questo cocchiere, se non è guidato con ordini ben precisi dal passeggero cioè dalla tua coscienza vigile, seguirà sempre i medesimi schemi, tornerà sempre sui soliti luoghi, compirà sempre i soliti percorsi e quando si troverà incerto su dove andare o di fronte a un’esperienza nuova, lascerà ai cavalli ovvero alle emozioni senza controllo, la guida della carrozza.
  4. Il Passeggero: Il passeggero rappresenta il tuo io superiore o la tua essenza spirituale, la tua coscienza. E’ il vero “te” che cerca di raggiungere una destinazione più alta o uno stato di realizzazione personale. Ma è sovente addormentata e lascia la guida del suo corpo fisico (la carrozza), a un auriga incompetente e a cavalli non addestrati. Il passeggero rimane quindi intrappolato nella carrozza, incapace di raggiungere la sua destinazione e del tutto inconsapevole di quello che accade nel proprio percorso di vita.

Questa metafora ci illustra quindi con grande chiarezza  l’importanza dell’autoconsapevolezza e del lavoro su tutti gli aspetti di sé (corpo, emozioni, mente e spirito) per raggiungere i propri obiettivi e realizzare il proprio potenziale attraverso un percorso di crescita personale.

Gurdjieff sosteneva con enfasi che siamo essenzialmente automi, macchine prive di controllo autonomo. Crediamo di operare secondo scelte deliberate, mentre in realtà la nostra esistenza è governata da forze esterne; tutto nella nostra vita “accade” senza una reale presa di coscienza da parte nostra. Per emanciparsi da questa condizione meccanica, Gurdjieff indicava come primo passo imprescindibile un lavoro approfondito sul corpo, promuovendo l’acquisizione di una consapevolezza affinata su ogni aspetto fisico del nostro essere che devono essere gli aspetti di partenza di qualsiasi percorso di crescita personale che si rispetti.

È in questo preciso momento di rivelazione, quando ci rendiamo conto della nostra natura meccanica, che cessiamo di essere mere macchine. Questo perché una macchina, sia essa una navicella spaziale o una caffettiera, è priva di consapevolezza di sé. Nel momento in cui siamo in grado di percepire questa realtà, trascendiamo la nostra natura meccanica, dando spazio alla nascita della consapevolezza.

Solo con questa nuova consapevolezza si rende possibile iniziare a lavorare su dimensioni più sottili del nostro essere, come la mente e le emozioni, promuovendo una comprensione più profonda e integrata di noi stessi. Senza questa consapevolezza corporea iniziale, qualsiasi tentativo di esplorare la mente e le emozioni risulterebbe vano.

Secondo Gurdjieff quindi, la maggior parte delle persone vive la vita con questi componenti (corpo, emozioni mente e spirito) disconnessi o non allineati, risultando in una sorta di caos interiore.La mancanza di controllo o di consapevolezza porta a un senso di frustrazione, stagnazione o persino regressione nel percorso di vita.

Attraverso un percorso di crescita personale e la pratica spirituale, una persona può però arrivare a “allineare” il cavallo, il cocchiere, e il passeggero, creando un’armonia interiore che porta a una maggiore comprensione e realizzazione di sé.

Proprio per questo occorre un percorso di crescita personale e di risveglio che abbia ben chiari questi passaggi. Come spiego sempre in tutti i miei seminari e percorsi di coaching Alchemicha ed anche nei mie libri, per riscoprire il seme che abbiamo dentro dobbiamo prima andare a ripulire le erbacce che lo hanno sepolto, liberarci da schemi, preconcetti, sabotatori interiori che ci rendono automi e ci impediscono di vedere ciò che è realmente nascosto dentro di noi secondo step ben delineati che ci accompagnino a vedere ciò che da soli è impossibile notare… se infatti ciò che agisce in noi lo fa in modo inconscio, senza che ne siamo consapevoli, è necessario essere guidati da qualcuno che conosca tali meccanismi per poterne prendere appunto…coscienza.

Ma quello che spiega Gurjieff, sebbene espresso in modo originale e molto chiarificatore da un uomo che a mio avviso è uno dei più grandi pensatori del secolo scorso, è presente anche in tradizioni molto più antiche e questo non fa altro che aggiungere valore al suo pensiero. È infatti interessante notare come chi si sia avvicinato allo studio più profondo dell’essere, sia giunto a conclusioni simili pur partendo da premesse diverse.

Per fare alcuni esempi:nella filosofia di Platone, è presente  la famosa metafora del carro alato, che esplora la relazione tra le parti superiori e inferiori dell’anima. Anche alcune tradizioni mistico-religiose antiche, come il Sufismo (caro a Gurjieff) o certe tradizioni cristiane esoteriche, hanno esplorato  la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito in modi che potrebbero rispecchiare la metafora della carrozza. Non sono da meno le tradizioni indù e buddiste che  hanno una lunga storia di esplorazione della natura della mente, del corpo e dello spirito. Nell’alchimia e negli scritti ermetici inoltre, vi sono lunghissime ed interessantissime discussioni sul rapporto tra diversi aspetti dell’essere umano che potrebbero avere paralleli con questa metafora. Anche gli stoici esploravano la natura della mente e del corpo e la loro interazione, insomma, quello che ci sta dicendo Gurjieff è un cardine fondamentale della crescita personale e spirituale dal quale è fondamentale partire per qualsiasi percorso di crescita personale.

Jessica Venturi

1 commento
  1. Liliana ceria
    Liliana ceria dice:

    Sarebbe magnifico poter allineare tutti gli aspetti ma immagino che sia un lavoro infinito… ogni giorno la vita ci porta a togliere e aggiungere tasselli

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *